27 luglio 2020

Amundi ETF, analisi dei flussi degli Etf a fine giugno

Gli afflussi del mese sono trainati dal reddito fisso, a livello globale, con net inflow ben più che doppi rispetto a quelli degli Etf azionari, oltre i 42 miliardi di euro; in Europa, invece, è sull’equity che sono confluite le maggiori sottoscrizioni (4,9 miliardi di euro), seppur di poco rispetto agli Etf fixed income

I flussi globali in Etf sono aumentati di oltre il 70% a giugno rispetto a maggio, con un incremento delle sottoscrizioni da 37,3 a 64,5 miliardi di euro. Il rinnovato appetito per le azioni insieme al continuo interesse per il reddito fisso hanno trainato questa sostanziale ripresa dei flussi.
Gli investitori hanno destinato 17,8 miliardi di euro in azioni e 42,1 miliardi di euro in strumenti di debito.
Gli investimenti in Etf azionari registrati in Europa si sono concentrati nelle esposizioni globali e nordamericane, con afflussi di 2,2 miliardi di euro e 1 miliardo di euro rispettivamente. Il reddito fisso ha catturato 8,0 miliardi di euro, con una ripartizione quasi uniforme tra titoli di Stato e debito societario.
Gli afflussi mondiali nelle materie prime sono diminuiti, rispetto allo scorso mese, a 4,7 miliardi di euro.

Flussi del mese in Europa
Reddito fisso L'interesse degli investitori per le obbligazioni societarie è rimasto stabile, con gli Etf registrati in Europa che hanno raccolto nel mese di giugno asset per 4,3 miliardi di euro.
Il rinnovato interesse per il debito High yield è proseguito nel mese, con gli investitori che hanno destinato 851 milioni di euro al segmento high yield statunitense e 795 milioni di euro al segmento high yield dell'Eurozona. Si tratta di un miglioramento significativo rispetto al mese precedente e riflette la maggiore propensione al rischio degli investitori.
È interessante notare che a giugno anche gli Etf esposti alle obbligazioni governative hanno registrato un incremento di rilievo con flussi in entrata pari a 3,3 miliardi di euro. La maggior parte di tali afflussi è stata investita negli Stati Uniti e nei mercati emergenti: entrambe le categorie hanno registrato una raccolta di 760 milioni di euro.
Gli investitori sembrano prediligere, in questa fase, un portafoglio di tipo “bar bell” con esposizioni, da un lato, ad alto rischio e con un alto potenziale di guadagno (high yield), e, dall’altro, investimenti a basso rischio e basso potenziale di rendimento (titoli di Stato).

Azionario Il rinnovato interesse degli investitori per l’equity è dimostrato dall’aumento degli investimenti in Etf azionari registrati in Europa, sui quali sono confluiti 4,9 miliardi di euro. Ciò riflette una rinnovata propensione al rischio, che è ulteriormente sottolineata dal fatto che gli investitori puntano ora con maggiore decisione sui settori più ciclici, come dimostrano i 507 milioni di euro di sottoscrizioni nel comparto dei materiali e i 405 milioni di euro nei finanziari. Abbiamo inoltre osservato limitati deflussi nei settori più difensivi come l'energia e l’healthcare.
A giugno sono stati registrati afflussi nelle strategie Smart beta, che generalmente evidenziano una buona performance nelle fasi di espansione economica. Il fattore Value, che tende a ottenere buone performance durante questa fase di ciclo economico, ha attirato 616 milioni di euro. Anche i fattori Size e Momentum sono stati apprezzati dagli investitori, con flussi in entrata, rispettivamente, di 476 milioni e 250 milioni di euro. Questi due fattori tendono a perfomare bene quando le economie si trovano in una fase di crescita aggressiva.

Materie prime
A livello globale, le sottoscrizioni a favore degli Etf specializzati sulle materie prime sono risultate notevolmente inferiori rispetto al mese precedente. Tuttavia, gli afflussi negli strumenti registrati in Europa sono stati pari a 834 milioni di euro, due terzi più elevati rispetto al mese scorso.
Gli investitori non si limitano più ad acquistare solo Etf sull'oro: sono tornati a interessarsi anche agli Etf che replicano indici globali delle materie prime, a conferma della loro fiducia in una ripresa dell’economia, in particolare per il settore dei materiali.