01 novembre 2022

Cresce il segmento degli Etf tematici su ETFplus, per numero, masse e tipologia

MondoETF ha effettuato la prima mappatura dei macrotemi d’investimento e raccolto le opinioni di alcuni primari emittenti sul loro impiego nei portafogli

Quello dei tematici è sicuramente un tema d’investimento in forte crescita, che il segmento degli Etf sta cavalcando da un paio d’anni e più. Sul solo mercato ETFplus di Borsa Italiana, a fine agosto 2022 si contavano 126 Etf tematici, promossi da 19 diversi emittenti (vedi grafico 1), secondo la classificazione di MondoETF, che li ha raggruppati in cinque distinte categorie: Tecnologie trasformative (es. Internet, Cybersecurity, Cloud computing, Blockchain, Ecommerce, pagamenti digitali, veicoli elettrici, robotica, AI), Società e stile di vita (es. Smart city/factory, Gender equality, millennial, economia circolare, food innovation), Ambiente e risorse (es. Clean water/ energy, idrogeno, solare, eolico e infrastrutture a essi correlati), Salute e sanità (genomica, biotecnologia, telemedicina, digital healt), e Multitema (dove i benchmark investono in più temi o l’Etf si espone a più indici tematici diversi).

1) ETFplus: distribuzione del numero di Etf tematici e dei relativi AuM* per emittente


*Nota: AuM complessiva (delle varie share class) degli Etf tematici quotati su ETFplus, in milioni di euro.
Fonte: MondoETF, al 31 agosto 2022.


La crescita del numero di Etf tematici su ETFplus ha visto un picco nel 2021 con 41 nuovi lanci e a fine agosto 2022 si contavano già 33 nuovi listing di questi fondi, in Borsa Italiana (vedi grafico 2).

2) ETFplus: numero e nuovi lanci di Etf tematici

Fonte: MondoETF, da gennaio 2018 ad agosto 2022.

Il segmento è ancora di nicchia, considerando che il patrimonio in gestione (Asset under management, o Aum) degli Etf tematici negoziabili in Italia, a livello di ciascun fondo nel suo complesso, ovvero, comprensivo di tutte le classi quotate in Europa (es. distribuzione o capitalizzazione, coperte dal rischio cambio ecc..), è circa il 3,5% del totale, ma si tratta per lo più di temi nuovi, innovativi e molto specifici, solitamente, che sono per lo più utilizzati per esposizioni “satellite”. Questo approccio ai tematici da parte degli investitori, però, sta cambiando, come dichiarano alcuni Etf provider che abbiamo intervistato.
Giancarlo Sandrin, Country Head Italy & Spain di Legal & General Investment Management (LGIM), per esempio, afferma che “un forte driver per l’evoluzione degli Etf tematici da strumento di nicchia a investimento Core del portafoglio è stato, a nostro avviso, il ruolo importante che hanno svolto nell’avvicinare la finanza alla cosiddetta economia reale. Gli investimenti tematici parlano di tecnologia, di transizione energetica, delle nuove abitudini di consumo e di innovazioni industriali, tutte aree che toccano la sfera personale dei risparmiatori e sulle quali è possibile, in un certo senso, toccare con mano l’idea della crescita. Nonostante il contesto di mercato sia cambiato fortemente negli ultimi mesi, riteniamo che gli investimenti tematici continueranno a consolidare il proprio ruolo di motore della crescita per la parte di portafoglio che guarda al futuro. I temi legati alla transizione energetica come idrogeno, batterie e infrastrutture per l’energia pulita faranno la parte del leone, essendo emersa con la crisi ucraina in modo chiaro la necessità di orientarsi verso fonti di energia rinnovabile. La tecnologia continuerà a rimanere il fattore chiave dell’innovazione, declinata su temi nuovi e sempre più specializzati. Un esempio è la fotonica, sulla quale abbiamo recentemente lanciato un Etf dedicato, che è stata riconosciuta dalla Commissione Europea come una tra le più importanti ‘tecnologie abilitanti’ del XXI secolo e che aprirà a sviluppi importanti su ambiti come agricoltura, sanità e la riduzione dell’assorbimento energetico e degli scarti derivanti dai processi produttivi tradizionali”.
Secondo Stefano Caleffi, Head of ETF Sales for Southern Europe di HSBC Asset Management, “la forte crescita del segmento degli Etf tematici è dipesa dalla capacità di questo tipo di prodotti d’intercettare alcuni grandi cambiamenti in corso nelle dinamiche di sviluppo tecnologico, ambientale, demografico e sociale delle principali economie, che non è possibile cogliere con un’asset allocation tradizionale. Per esempio, i forti progressi tecnologici degli ultimi anni hanno messo in crisi la classica classificazione settoriale, che in molti casi non è in grado di cogliere tutti i player coinvolti nello sviluppo di un nuovo tipo di mercato. Pensiamo, ad esempio, alle possibili evoluzioni delle auto a guida autonoma, la cui complessità richiede la partecipazione di competenze derivanti da un ampio set di settori merceologici, come semiconduttori, software e nuovi materiali per le batterie elettriche. I benefici dello sviluppo di questo mercato si vedranno quindi su un universo di società ben più ampio dei soli produttori di automobili, alcuni dei quali probabilmente non saranno in grado di adattarsi a questo cambiamento strutturale del mercato. Una strategia d’investimento focalizzata sul solo settore automobilistico non è quindi in grado di cogliere le opportunità derivanti dallo sviluppo delle automobili a guida autonoma e un approccio tematico, che spazia su più settori merceologici, può essere uno strumento più adatto. Questa dinamica si può osservare anche in altri nascenti mercati, pensiamo ad esempio alle potenzialità derivanti dalla crescita del metaverso, che rappresenta una forte opportunità di sviluppo per società di diversi settori come chipmakers, social media, titoli finanziari e beni di consumo. Ribaltando il punto di vista, questi forti megatrend in atto permettono a società innovative di esplorare nuove opportunità di crescita. Pensiamo ad esempio ad Amazon: una società che si colloca nel settore dei beni durevoli di consumo ma con una forte infrastruttura tecnologica, che le permette di operare con successo in più segmenti di mercato, non solo l’ecommerce, ma anche il cloud computing e i servizi di streaming. Alla luce di queste dinamiche, abbiamo lanciato nel 2020 l’Hsbc Hang Seng Tech Ucits Etf, che vuole dare agli investitori la possibilità di prendere esposizione alla crescita tecnologica cinese investendo in un paniere di titoli che beneficiano dello sviluppo di diversi megatrend (tra cui cloud computing, fintech, health tech) provenienti da diversi settori merceologici (ad esempio, Consumer discretionary, IT, Financials, Healthcare). In termini di temi futuri”, aggiunge Caleffi, “sarà sempre più importante l’allineamento con obiettivi di sostenibilità, cioè strategie che cercano di agevolare lo sviluppo di un modello economico meno aggressivo, che tuteli, per esempio, la biodiversità (pur non essendo un Etf tematico, va in questa direzione il lancio del nostro nuovo Hsbc World Esg Biodiversity Screened Equity Ucits Etf, che si prefigge di dare esposizione all’azionario globale eliminando i titoli che hanno il maggiore impatto negativo sulla biodiversità)”.
In termini di esposizione geografica, la stragrande maggioranza degli Etf tematici, per patrimonio investito, offre un accesso globale (101 fondi), a mercati sviluppati ed emergenti, quindi, con una quota dell’89,1%; il 7,3% dell’AuM, poi, è esposta a mercati sviluppati (10 fondi), il 2,9% alla Cina (Continentale e Hong Kong, con 10 fondi), e appena lo 0,6% e lo 0,1% a Paesi emergenti (3 fondi) e Stati Uniti (2 fondi), rispettivamente (vedi grafico 3).

3) Distribuzione degli AuM degli Etf tematici* per esposizione geografica


*Nota: AuM complessiva (delle varie share class) degli Etf tematici quotati su ETFplus.
Fonte: MondoETF, al 31 agosto 2022.


In riferimento alla Cina, Paolo Iurcotta, Head of Italy di KraneShares, commenta: “Gli Etf tematici permettono di superare uno dei limiti degli indici tradizionali dove i settori classici dell’economia hanno più peso e i nuovi trend in atto non sono pienamente rappresentati. Ciò è evidente se si guarda su un orizzonte di lungo termine al mercato cinese: dalla crisi finanziaria del 2008 a oggi, l’Msci China è cresciuto del 145%, mentre l’Msci China Information Technology è salito di oltre il 1.800%. Il primo era soprattutto pesato su settori Value come finanziari, utility, real estate, e aveva poca esposizione sui titoli Growth della new economy, che invece hanno trainato l’economia cinese per i successivi 15 anni. Gli Etf tematici rappresentano lo strumento ideale per investire nel mercato cinese. Occorre guardare ai piani quinquennali del Governo e ai settori beneficiari degli investimenti decisi dal partito. Il clean tech è tra i più interessanti. Xi Jinping ha più volte ribadito la volontà di aumentare da qui al 2030 i gigawatt prodotti da solare ed eolico. Un altro settore cui guardare è quello dei veicoli elettrici. La Cina è il più grande mercato al mondo, con circa 1,4 milioni di EV venduti nel 2020 (oltre il 40% delle vendite mondiali). Il Governo è molto attivo con politiche a sostegno del settore e vantaggi fiscali per chi compra auto green. Su questo fronte, abbiamo lanciato KARS con cui gli investitori possono accedere a società globali quotate, attive nell'intero ecosistema della mobilità futura. Siamo costruttivi anche sul settore Internet”. “Ci siamo lasciati alle spalle la stretta regolamentare”, continua Iurcotta, “sono stati fatti passi in avanti sulla questione del delisting, le azioni Internet cinesi trattano su multipli bassi, inferiori alle loro medie storiche e ai loro equivalenti Usa e la digital economy, che contribuisce per il 40% alla crescita della Cina, continuerà a godere del supporto del Governo. Il nostro KWEB, che lo scorso anno ha raggiunto 1 miliardo di dollari di AuM, punta a fornire agli investitori un’esposizione alle opportunità offerte da questo comparto”.
Il punto di vista di Carmine de Franco, Head of Research di Ossiam, è mirato più alla strategia: “In qualità di gestore quantitativo, Ossiam offre approcci d’investimento basati su dati, piuttosto che su narrazioni d’investimento focalizzate su temi specifici. La ricerca sulla finanza comportamentale ha dimostrato che l’eccesso di fiducia tende a generare delusioni, nel lungo periodo, per le strategie più attive. Inoltre, il recente aumento globale dell’inflazione è un ulteriore fattore d’incertezza per la maggior parte delle narrative d’investimento tematico. Tuttavia, l’umanità sta affrontando questioni cruciali che nessun professionista degli investimenti può ignorare. Il cambiamento climatico è un tema ovvio, da cui derivano molte tendenze di lungo periodo spesso meno affrontate, ma altrettanto importanti. Ad esempio, l’impatto dell’industria alimentare sulla perdita di biodiversità è spesso trascurato, anche se può essere misurato scientificamente e utilizzato dagli investitori per agire, grazie alla metrica Mean Species Abundance. La governance è un altro tema cruciale, poiché l’orizzonte della necessaria transizione climatica è più lungo del mandato della maggior parte dei decisori aziendali. Promuovere una solida governance delle imprese, valutata da metriche di alta qualità, è quindi un prerequisito per realizzare una vera transizione climatica. Più in generale”, conclude de Franco, “il cambiamento climatico non è né una moda né un tema, ma un fattore di rischio e di rendimento a lungo termine che deve essere affrontato da ogni gestore patrimoniale. L’industria degli investimenti si sta evolvendo in questa direzione, con la creazione dei Paris Aligned Benchmark, strumenti per accompagnare la transizione verso un’economia a zero emissioni nel 2050, che saranno la prossima generazione di indici benchmark.
In tema di sostenibilità, è interessante notare che 2 Etf tematici su 3 sono conformi agli Articolo 8 (66 fondi) o Articolo 9 (17 fondi) ai sensi della SFDR, e che in termini percentuali sul patrimonio in gestione degli stessi, il 57% è Art. 8 e il 25,2% Art. 9 (vedi grafico 4).

4) Distribuzione degli AuM degli Etf tematici* per classificazione SFDR


*Nota: AuM complessiva (delle varie share class) degli Etf tematici quotati su ETFplus.
Fonte: MondoETF, al 31 agosto 2022.


Quanto alle categorie MondoETF degli Etf tematici, quella dell’Ambiente e risorse è, come ci si sarebbe potuti aspettare, la più popolata da fondi conformi agli Art. 8 e 9 della SFDR, in termini percentuali (solo due fondi su ventisei, infatti, non hanno caratteristiche di sostenibilità rilevanti per i suddetti Art. 8 o 9), e la seconda in termini di patrimonio in gestione, con una quota del 35,8%, preceduta soltanto dalle Tecnologie trasformative, che detiene il 47% di share, in termini di AuM tra gli Etf tematici listati su ETFplus (ma meno della metà dei fondi sono Art. 8 o 9; vedi grafico 5).

5) Distribuzione degli AuM degli Etf tematici* per categoria



*Nota: AuM complessiva (delle varie share class) degli Etf tematici quotati su ETFplus.
Fonte: MondoETF, al 31 agosto 2022.


Le categorie Società e stile di vita e Salute e sanità seguono le suddette con il 13% e il 4,2% di share, per asset gestiti, rispettivamente, mentre quella dei Multitema ha solo due fondi di recente lancio, tra l’altro, ma potrebbe presto popolarsi di nuovi prodotti. Alcuni gestori, infatti, per assumere esposizioni globali, potrebbero scegliere di destinare parte del portafoglio Core proprio a questa categoria di multitemi. Sandrin, infatti, commenta: “L’aspetto interessante degli Etf tematici è la loro versatilità, il che significa che ci sono diverse modalità per impiegare questi strumenti all’interno di un portafoglio. Per molti investitori l’attenzione è oggi giustamente rivolta a comprendere le correlazioni tra i diversi temi ed è per questo che negli ultimi mesi abbiamo lavorato con molti investitori per aiutarli a trovare il giusto equilibrio, o meglio la giusta diversificazione, a livello geografico, di stile e di profilo rischio/rendimento. Molti gestori hanno già approfondito le interazioni tra investimenti tematici e tradizionali. Un dubbio che vediamo emergere talvolta deriva dalla difficoltà di scegliere all’interno di un’offerta sempre più ampia e variegata. Per questa ragione abbiamo recentemente lanciato un Etf multitematico che incorpora tutti i principali megatrend, con l’obiettivo di fornire uno strumento ‘plug and play’ per chi voglia ottenere un’esposizione tematica che tenga conto dei tassi di crescita dei diversi temi, della loro dimensione di mercato, ma anche delle sovrapposizioni e dei rischi complessivi. Allo stesso tempo, l’indice fornisce un nuovo benchmark di riferimento per i gestori di portafogli multitematici”.
Secondo Caleffi, invece, “se inizialmente l’interesse era concentrato su temi e megatrend tecnologici o focalizzati su tecnologie volte a risolvere problematiche ambientali (ad esempio, veicoli elettrici o energia rinnovabile), è da sottolineare il crescente sviluppo della domanda anche su tematiche orientate a progressi sociali”. E aggiunge: “L’utilizzo di Etf tematici da parte di investitori professionali è ormai consolidato ed è anche favorito dallo sviluppo di fondi e gestioni con specifici obiettivi tematici”. Si può, dunque, affermare che gli Etf tematici hanno in qualche modo contribuito a modificare la tradizionale gestione del portafoglio, come rileva anche Iurcotta: “Anche gli investitori che tradizionalmente allocano il proprio portafogli per asset class e aree geografiche hanno ormai ritagliato delle quote che vengono invece allocate tematicamente, oltre a essere sempre più numerose le proposte di linee d’investimento esclusivamente tematiche”. E conclude con una raccomandazione: “L’aspetto più importante è di utilizzare strategie d’investimento che vadano effettivamente sui titoli coinvolti nello specifico settore, e per questo occorre guardare con attenzione al benchmark utilizzato e alla conoscenza del mercato dei diversi operatori”.
Un’ultima considerazione riguarda i costi degli Etf tematici, che per quanto specialistici e di respiro globale si aggirano attorno ai 50 punti base, con un range abbastanza ampio (date le grandi diversità in termini di focus ed esposizione) compreso tra lo 0,18% e lo 0,86%. Nel dettaglio, questi sono i Ter medi (media aritmetica) per categoria: 0,47% Multitema e Società e stile di vita, 0,50% Salute e sanità, 0,54% Tecnologie trasformative, 0,55% Ambiente e risorse.