Nonostante l’attuale difficile fase di mercato, dominata dalla narrativa dell’inflazione e dalla volatilità, ad esempio causata dalla recente crisi bancaria, ci potrebbero ancora essere interessanti opportunità. Selettività e orizzonte a lungo termine sono parole chiave, in questo contesto.
Un settore che gli investitori stanno ora considerando è il
settore minerario.
La tesi d’investimento a favore di questo settore risulta essere piuttosto attraente. In primis, si tratta di materie prime che avranno un ruolo fondamentale per la
transizione energetica, che sta cominciando gradualmente ad avere luogo. Fonti rinnovabili come l’eolico, il solare e l’idrogeno determineranno una forte domanda di numerosi metalli, quali rame, zinco, nickel e tanti altri. Inoltre, veicoli elettrici e le batterie per alimentarli è previsto che sosterranno la domanda di litio e terre rare.
Una seconda ragione per considerare il settore minerario in questo momento è quella dell’
inflazione. Le risorse naturali hanno tradizionalmente offerto una moderata protezione dall’inflazione, sebbene non ci sia garanzia che continueranno a svolgere questa funzione anche in futuro. Altre ragioni toccano il tema della crescente domanda di
infrastrutture, specialmente in Paesi emergenti e in via di sviluppo, nonché quello degli
avanzamenti tecnologici; i metalli sono infatti componenti chiave di numerosi strumenti high tech.
Esistono diversi
ETF sul settore minerario che danno accesso alle aziende coinvolte nell’estrazione, lavorazione e raffinazione di svariati metalli e materie prime. L’evoluzione del prezzo delle loro azioni risulta essere, infatti, moderatamente correlato a quello delle materie prime che estraggono e lavorano. In aggiunta, si tratta di aziende che storicamente hanno pagato generosi dividendi e che in questo momento presentano valutazioni piuttosto attraenti, se confrontate con le medie di lungo termine. Bisogna però sottolineare che la domanda di metalli risulta essere fortemente correlata al ciclo economico in corso; un rallentamento dell’attività economica è probabile che causi una diminuzione della domanda. Inoltre, è molto difficile prevedere quali metalli in particolare saranno richiesti maggiormente negli anni a venire.
Il secondo ambito preso in considerazione è quello della
Cina, adottando un approccio meno convenzionale. Invece che puntare a un’ampia esposizione al mercato cinese nel suo complesso, è possibile optare su
ETF che si concentrano su determinati settori, nello specifico su
tech, sanità e beni discrezionali. La ragione risiede in trend radicati che stanno dando forma e influenzando l’intero Paese. L’economia cinese si sta gradualmente rendendo meno dipendente da settori tradizionali come quello dell’industria pesante, focalizzandosi su nuove opportunità di crescita. In primis, salta all’occhio un
paradosso demografico. Da un lato, la Cina presenta una popolazione che invecchia rapidamente; si stima infatti che nel 2040 più del 30% dei suoi abitanti avranno almeno 60 anni (fonte: McKinsey). Dall’altro, presenta un numero di Millennial maggiore che in qualsiasi altra parte nel mondo (fonte: Insider). Questo potrebbe generare opportunità enormi, ad esempio nel settore della tecnologia e della sanità. Allo stesso tempo, la Cina presenta una
classe media agiata in forte espansione, che può contare su un reddito disponibile molto più elevato rispetto a pochi anni fa. Il miglioramento degli standard di vita unito a questo maggiore PIL pro capite e potere d’acquisto, presenta il potenziale di sostenere acquisti di beni discrezionali e di lusso negli anni a venire. Ecco perché la Cina presenta interessanti opportunità, se si guarda ad alcuni settori nello specifico. Gli investitori devono però essere consapevoli che è presente un rischio associato a investimenti in Cina, principalmente di natura politica e normativa.