13 maggio 2024

Tema d'investimento: la resilienza del debito in valuta forte dei mercati emergenti

Secondo Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETFs per il Sud Europa, il debito in dollari dei mercati emergenti ha dimostrato di saper resistere alla tempesta rappresentata dal graduale ridimensionamento delle aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed; il rischio principale è rappresentato da un rallentamento inaspettatamente rapido dell'economia statunitense

Il debito in valuta locale dei mercati europei è stato penalizzato dalla forza del dollaro e continua a dipendere dalla strada intrapresa dalla Federal Reserve. Le valute forti si sono dimostrate più resilienti e, nonostante gli spread siano ristretti, potrebbero continuare a offrire rendimenti migliori fino all'avvio del ciclo di allentamento degli Stati Uniti.

Il debito in valuta forte ha un vantaggio
Le aspettative per il primo taglio di 25 punti base da parte della Fed si sono spostate da marzo 2024 (come prezzato a fine dicembre 2023) a luglio 2024. Nonostante questo sostanziale riprezzamento, le esposizioni in valuta forte si sono dimostrate resistenti e il J.P. Morgan Embi Global Diversified Index ha registrato un rendimento superiore al 2% nel primo trimestre. I rendimenti elevati delle cedole e il restringimento degli spread hanno sostenuto la performance; se il contesto economico rimarrà simile nel secondo trimestre, potrebbe essere opportuno optare per esposizioni in valuta forte piuttosto che in valuta locale. In compenso, gli spread rispetto ai Treasury sono storicamente molto ristretti. Questo vale per la maggior parte dei prodotti a spread e le obbligazioni in valuta forte non fanno eccezione. In una certa misura, i rischi di allargamento degli spread sono mitigati dagli elevati rendimenti assoluti offerti. Questo può certamente fornire un certo livello di protezione, soprattutto se gli investitori optano per esposizioni di durata più breve.

I rendimenti mensili dell'Ice BofA 0-5 Year EM Usd Government Bond ex-144a Index sono stati positivi negli ultimi sei mesi. Ciò è coerente con il ciclo dei tassi della Fed, che ha raggiunto il suo picco nel 2019 e che ha registrato anch'esso rendimenti positivi. Questi hanno registrato una media dello 0,84% al mese, ovvero oltre il 10% annualizzato, nei sette mesi in cui i tassi hanno raggiunto il picco massimo. Anche i fattori stagionali durante il secondo trimestre potrebbero offrire un contesto più costruttivo. Sebbene sia chiaro che la stagionalità è facilmente vanificata da qualsiasi movimento macroeconomico significativo, il periodo che precede l'estate è tipicamente positivo per le esposizioni in valuta forte degli emergenti. Negli ultimi 10 anni, i rendimenti medi mensili del periodo aprile/agosto sono stati tutti positivi.

In sintesi, il debito in valuta forte dei mercati emergenti ha dimostrato di saper resistere alla tempesta rappresentata dal graduale ridimensionamento delle aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed. Tuttavia, gli elevati rendimenti a termine e i fattori stagionali più positivi dovrebbero aiutare nel caso in cui nel secondo trimestre questa tendenza perduri. Il rischio principale è rappresentato da un rallentamento inaspettatamente rapido dell'economia statunitense, che potrebbe provocare un forte ampliamento degli spread creditizi in caso di aumento dell'avversione al rischio degli investitori. Una strategia di durata più breve contribuirebbe ad attenuare questo rischio, grazie a movimenti di prezzo più limitati in caso di rialzo dei rendimenti.

(Articolo a cura di Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETFs per il Sud Europa)