08 gennaio 2025

Nel 2025, i settori delle infrastrutture e della difesa appaiono tra i meglio posizionati sia negli Stati Uniti che in Europa

Su entrambe le sponde dell'Atlantico, infatti, gli orientamenti politici sembrano spingere per una modernizzazione ed espansione infrastrutturale, mentre le dinamiche geopolitiche globali continuano a trainare il settore della difesa, comprese le applicazioni dell'IA e della sicurezza informatica, spiega Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X

Le prospettive dei mercati azionari per il 2025 riflettono la complessa interconnessione tra le condizioni macroeconomiche globali, le dinamiche geopolitiche e tendenze settoriali specifiche. Negli Stati Uniti, l'inflazione potrebbe rimanere moderata, con i mercati che prevedono due o tre tagli dei tassi in un contesto di aumento del sentiment dei consumatori e delle imprese. In seguito alla risoluzione dell'incertezza elettorale, le aziende potrebbero accelerare la spesa in conto capitale per progetti precedentemente rimandati, soprattutto se le tendenze osservate dopo la vittoria di Trump nel 2016, ossia alleggerimenti normativi e fiscali e aumento della domanda di investimenti, si ripeteranno.

Politiche bipartisan come l'Infrastructure Investment and Jobs Act (IIJA) e il CHIPS Act potrebbero favorire la crescita sia delle infrastrutture che dei semiconduttori. Più della metà dei fondi dell'IIJA, pari a 1.200 miliardi di dollari, rimane attualmente non allocata, così come 3 miliardi di dollari del CHIPS Act, offrendo potenzialmente opportunità d’investimento in questo ambito. Mentre i dazi e le politiche di immigrazione più severe potrebbero esacerbare la carenza di manodopera e l'inflazione in settori come quello manifatturiero e delle costruzioni, l'evoluzione del panorama normativo e commerciale, sotto un'amministrazione repubblicana, potrebbe accelerare gli sforzi di reindustrializzazione per mitigare i potenziali shock dell'offerta e rafforzare la produzione nazionale.

In Europa, la crescita deve invece affrontare sfide esogene. Tra queste, il rallentamento dell'economia cinese, il dollaro forte e i capitali in uscita verso le azioni statunitensi. Tuttavia, potrebbero emergere delle opportunità se comparti azionari sottovalutati acquistassero appeal e se l'euro più debole sostenesse un potenziale rimbalzo delle esportazioni. I tagli dei tassi previsti dalla Bce entro la metà del 2025 potrebbero stimolare l'attività economica riducendo significativamente i costi di finanziamento per circa 1.100 miliardi di euro di progetti infrastrutturali pianificati, fornendo potenzialmente una spinta significativa alla crescita del Pil.

Il Fondo NextGenerationEU e la Politica di Coesione cercheranno di far progredire i progetti che riguardano le energie rinnovabili, la trasformazione digitale e i partenariati pubblico/privato. In particolare, circa il 60% del budget del Recovery and Resilience Facility, pari a 723,8 miliardi di euro, rimane non allocato, evidenziando significative opportunità nei progetti infrastrutturali e di energia pulita, inclusa potenzialmente l'energia nucleare. Inoltre, continua la distribuzione dei fondi della Politica di Coesione, pari a 392 miliardi di euro, sostenendo ulteriormente le iniziative di sviluppo regionale.

Riguardo le opportunità settoriali e tematiche, sia gli Stati Uniti che l'Europa rimangono dunque poli essenziali della modernizzazione delle infrastrutture, della produzione di semiconduttori e della transizione energetica. Se la nuova amministrazione Trump abrogasse l'Inflation Reduction Act (IRA), i finanziamenti pubblici rimanenti resterebbero disponibili per essere allocati, offrendo potenzialmente agli investitori l'opportunità di puntare sulla crescita industriale nazionale. In Europa, le valutazioni interessanti potrebbero rappresentare un ulteriore potenziale per gli investitori con un'inclinazione al value.

Un'altra opportunità è rappresentata dalla spesa globale per la difesa, in aumento a causa dei conflitti in corso in Europa, Medio Oriente e Asia. La Germania, ad esempio, per la prima volta dai tempi della Guerra Fredda ha raggiunto l'obiettivo di spesa per la difesa del 2% del Pil. Questa impennata dei bilanci per la difesa sta alimentando la crescita delle tecnologie militari avanzate, come applicazioni dell'intelligenza artificiale, della cybersecurity e dei sistemi autonomi.

Nel 2025 l'inflazione persistente e le pressioni fiscali richiederanno un'attenta costruzione del portafoglio. Puntare su settori in potenziale crescita come le tecnologie della difesa, l'energia nucleare e lo sviluppo delle infrastrutture potrebbe permettere di allinearsi ai potenziali venti di coda politici a lungo termine. Per gestire l'eventuale volatilità dei mercati obbligazionari a causa dell'incertezza sulla posizione fiscale degli Stati Uniti, potrebbe anche essere opportuno diversificare le allocazioni al reddito fisso attraverso strategie azionarie Income che utilizzano derivati. La diversificazione delle strategie, in generale, rimane fondamentale per mitigare i rischi associati all'incertezza geopolitica e macroeconomica.
(Articolo a cura di Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X)