Il mercato del lavoro si è dimostrato nuovamente molto robusto, con 256.000 posti di lavoro aggiunti a dicembre, molto più del previsto. Una ripresa nel settore del commercio al dettaglio ha dato impulso alle assunzioni, mentre altri settori hanno mantenuto un ritmo solido. Il settore della produzione di beni ha registrato dati negativi, in linea con il sentimento attuale, che potrebbe essere influenzato anche dai timori di un possibile riaccendersi delle tensioni commerciali. Sulla scia delle forti assunzioni, con il tasso di partecipazione stabile al 62,5%, il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1%. Nonostante la forte domanda, i salari non hanno risposto all'aumento dell'attività sul mercato del lavoro: sono cresciuti dello 0,3% rispetto al mese precedente, lo stesso incremento di novembre, e la variazione annuale è addirittura scesa al 3,9% rispetto al 4,0% dell'anno precedente. Questo dato è in linea con la valutazione dei banchieri centrali, secondo cui, al momento, non ci sono ulteriori pressioni inflazionistiche provenienti dai mercati del lavoro, e difficilmente intensificherà la loro recente comunicazione più restrittiva.
L'ultimo rapporto dei Nonfarm Payrolls suggerisce che un taglio dei tassi a gennaio è fuori discussione, e i mercati hanno persino iniziato a spostare le aspettative per ulteriori tagli nella seconda metà dell'anno. Resta da vedere se la solidità delle assunzioni sia guidata dal sentimento legato ai risultati elettorali o meno. Tuttavia, se questa solidità dovesse continuare, rafforzerebbe certamente l'argomentazione a favore di una politica della Fed di mantenere i tassi più alti per un periodo più lungo rispetto alle previsioni di appena pochi mesi fa.
(Articolo a cura di Christian Scherrmann, Chief U.S. Economist di DWS)