Le tariffe introdotte con il “Liberation Day” hanno scosso profondamente i mercati globali. Sicuramente rappresentano una sfida per il commercio globale, ma le azioni cinesi del settore Internet sembrano ben posizionate per superare questa fase turbolenta. L'esperienza della Cina nell'affrontare le tensioni commerciali, la minor dipendenza dalle esportazioni verso gli Usa e il fatto che i ricavi di queste aziende provengono solo marginalmente dagli Stati Uniti evidenziano un elevato grado di resilienza di fronte ai nuovi ostacoli a livello commerciale.
In effetti, questa non è la prima volta che la Cina si trova ad affrontare i dazi statunitensi. Dopo aver superato diverse fasi di tensioni commerciali dal 2018, il Paese ha sviluppato una strategia sofisticata per gestire tali sfide. I responsabili politici cinesi hanno dimostrato la loro capacità di attuare misure di stimolo mirate, strategie per la gestione valutaria e negoziati per mitigare gli impatti economici. Inoltre, una tendenza che gioca a favore della Cina è la sua minor dipendenza dalle esportazioni verso il mercato statunitense: la percentuale delle esportazioni totali della Cina destinate al mercato Usa è infatti in costante calo e riflette la strategia di Pechino volta a diversificare i propri partner commerciali.
Iniziative come il Partenariato economico globale regionale (RCEP) e la Belt and Road Initiative hanno accelerato questa strategia di diversificazione, ampliando l'integrazione economica della Cina con i mercati asiatici, europei e africani. Riducendo la sua dipendenza da una singola destinazione di esportazione, la Cina ha creato dei buffer naturali contro le azioni commerciali specifiche degli Stati Uniti. La minore vulnerabilità a livello di export arriva in un momento in cui i consumi interni svolgono un ruolo sempre più importante nel modello di crescita economica cinese. Questo cambiamento strutturale volto a stimolare la domanda interna fornisce una ulteriore difesa dalle pressioni del commercio estero.
Per quanto riguarda le società Internet cinesi, il loro livello di esposizione al mercato statunitense è minimo e riflette la loro focalizzazione sul mercato interno. Aziende come Tencent, Alibaba, JD.com e Meituan hanno costruito i loro modelli di business concentrandosi principalmente sul vasto mercato domestico, composto da 1,4 miliardi di consumatori e che vale 2.000 miliardi di dollari all’anno. I loro servizi, che spaziano dall'Ecommerce ai pagamenti digitali, dal cloud computing al gaming e ai social media, sono utilizzati prevalentemente dai consumatori dell'ecosistema digitale cinese.
L'esposizione limitata agli Stati Uniti va oltre i ricavi e riguarda anche le catene di approvvigionamento. A differenza dei produttori di hardware che potrebbero dipendere in misura significativa dai componenti statunitensi, le società Internet cinesi hanno sviluppato stack tecnologici in gran parte indipendenti. Questa indipendenza tecnologica le protegge quindi anche da potenziali interruzioni della catena di approvvigionamento che dovessero influenzare altri settori.
Poiché le società Internet cinesi sono relativamente immuni ai dazi dato che le loro entrate derivano solo marginalmente dall’estero, alcuni hanno anche ipotizzato che l'amministrazione Trump potrebbe ricorrere al delisting di queste società dalle Borse Usa come ulteriore leva per esercitare pressioni sulla Cina. Tuttavia, le comunicazioni ufficiali in merito si sono concentrate sul rispetto degli standard contabili e sulla conformità normativa, piuttosto che su un delisting fine a se stesso.
Attualmente, le politiche commerciali dell'amministrazione statunitense si concentrano sui beni piuttosto che sui servizi. Tuttavia, la Cina acquista una grande quantità di servizi finanziari dagli Stati Uniti. Ad esempio, quando la società tech basata sull'intelligenza artificiale e specializzata sull’istruzione Ruanyun Edai Technology è stata quotata in Borsa il 10 aprile 2025, ha pagato alla propria banca d'investimento con sede in Florida una commissione di sottoscrizione, oltre a più di 1 milione di dollari in commissioni aggiuntive versate alla SEC, al Nasdaq e ad altre società statunitensi.
I mercati dei capitali statunitensi sono i più grandi e i più liquidi al mondo grazie al forte rispetto dello stato di diritto. Il delisting indiscriminato delle società a causa di controversie commerciali potrebbe compromettere tale reputazione e ridurre le entrate dei servizi finanziari provenienti dall'estero.
Alla luce di tutto questo, nonostante le voci secondo cui i titoli cinesi quotati negli Stati Uniti potrebbero essere delistati a causa delle ultime tensioni a livello commerciale, riteniamo che sia improbabile che ciò avvenga.